Il Latin Mood, ovvero il prototipo del super gruppo, per usare una terminologia cara agli amanti del rock. Messo su da Javier Girotto e Fabrizio Bosso è davvero una somma di astri del jazz. Tango, milonga, chacarera, candombe, il tutto vive e splende in chiave jazzistica, ora enunciato ora accennato.
Ideato in occasione dell’edizione 2006 del Brianza Open Jazz Festival il quintetto si avvale di due figure leader: da un lato il torinese Fabrizio Bosso, dall’altro l’argentino Javier Girotto, italiano d’adozione.
Si incontrano così, nel terreno fertile dell’improvvisazione e del jazz, estetiche apparentemente lontane, l’hard bop di cui Bosso è alfiere indiscusso e gli influssi latini e le ritmiche argentine, dal tango in giù, di Girotto. Ma in realtà ognuno di loro ha da sempre dimostrato affinità ed interessi nell’ambito espressivo dell’altro, riuscendo ad esprimere, all’interno di questa formazione, una sintesi sonora completa, che rimbalza su linguaggi sonori misti i quali sono tutti contenuti nel grande esordio discografico sottoscritto dalla Blue Note Italia, “Sol” (addirittura impreziosito dalla presenza di Raul Midón). Musica coinvolgente, ballabile o meno, ce se ne innamora subito, si viene presto contagiati.
La mentalità della gente che è molto differente siccome ama molto divertirsi e fare gruppo.
Brani originali firmati da Javier Girotto, Natalio Mangalavite – il pianista proprio non poteva mancare in un progetto del genere –, Fabrizio Bosso e poi la splendida canzone cubana di Osvaldo Farrés, Quizàs, quizàs, quizàs che molti ricorderanno col titolo inglese Perhaps, perhaps, perhaps. O ancora Volver di Carlos Gardel e Alfredo Le Pera e qualche altra magica trovata. Al basso elettrico c’è Bulgarelli e completano la formazione la batteria di Tucci e le percussioni di Marcozzi.
Il jazz latino ha da sempre influenzato il jazz e molta altra musica. Basti ricordare lo spanish tinge di Jelly Roll Morton, le orchestre di Mario Bauza, Machito, Chico O’Farrill, Tito Puente o i grandi successi commerciali di Stan Getz con la bossa nova. Anche i boppers, da Charlie Parker e Bud Powell – con il suo classico Un Poco Loco – e successivamente altri grandi (Mingus, Dorham, Joe Henderson e numerosi altri) si sono accostati con amore, curiosità e rispetto alle influenze ritmiche, armoniche e tematiche del mondo latino. Il mondo latino, in tutti i suoi aspetti, non è più ormai un semplice esotismo ma una grande realtà sociale, linguistica, culturale (e quindi musicale e artistica) che si riflette in misura sempre più notevole anche sul jazz. Ad iniziare dagli Stati Uniti e, a macchia d’olio si è espanso in tutto il mondo, un sempre maggior numero di musicisti latini o che si ispirano al mondo musicale afrolatino. In più il mondo culturale latino ha messo fortissime radici nel cinema, nella musica (anche in quella pop), nella moda, nel costume e nella realtà economica; tutto questo ha delle inevitabili ricadute anche nella musica d’arte e in particolare nel jazz che per sua propria natura da sempre è portato a cogliere con largo anticipo i mutamenti della vita culturale e del mondo popolare.
Scheda tecnica
Rider Latin Mood